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Perché sospiro di continuo? Alcune strategie

Perché sospiro di continuo? E come si può fare per risolvere il problema?

Un sintomo molto comune nelle sempre più numerose persone che hanno un “respiro difficile” (clicca qui per approfondire) è il non riuscire a completare un respiro soddisfacente. Si inizia ad inspirare e poi succede qualcosa per cui non si è più in grado di andare avanti. E’ una sensazione particolarmente fastidiosa e spiacevole.

Il sistema reagisce a questa situazione cercando di recuperare un equilibrio e di tamponare gli effetti a cascata tipici di una respirazione alterata.

Durante la giornata, queste persone utilizzano spesso due “stratagemmi” – che poi sono reazioni spontanee –  come tentativo di completare l’atto respiratorio:  il sospiro e lo sbadiglio. Vediamo un po’ di cosa si tratta cercando, come è nostra abitudine, di dare anche qualche spunto pratico e alcuni consigli per stare meglio.

Il sospiro

Il sospiro, definito da alcuni anche come “respiro potenziato”, è una inspirazione lenta e profonda, trattenuta per un istante e seguita da un’espirazione un po’ più lunga del normale. Questo gesto permette di introdurre circa 3 volte l’aria di un respiro normale e stimola alcuni effetti benefici e di regolazione ventilatoria e nervosa.

Sospirare è prima di tutto un’azione del tutto normale e spontanea. Per alcuni aspetti può essere considerato un reset respiratorio.

Le funzioni di questo gesto, per ciò che è emerge in una letteratura abbastanza limitata, è varia e comprende più funzioni.

1. Funzioni fisiologiche

Lo stimolo al sospiro si attiva come meccanismo di protezione in condizioni di alterazione nei valori di ossigeno e anidride carbonica (ipossia e ipercapnia). I sospiri portano ad una massima espansione dei polmoni e impediscono il progressivo collasso degli alveoli. In generale mantengono la normale funzione polmonare.

2. Funzioni psicologiche

I sospiri segnalano un cambiamento di stato interiore. Ad esempio, il “sospiro di sollievo”, segnala il passaggio dalla paura al rilassamento. In altri casi sono suscitati da un rapido calo dell’eccitazione durante situazioni in cui ci si sente impotenti e ci si arrende. L’ipotesi è che il sospiro sia un gesto in grado di sollecitare sufficientemente l’amigdala, importante centro di regolazione tra emozioni e respirazione.

3. Funzioni comunicative

Pensate a come sia facile percepire, quando un’altra persona sospira, se sta indicando sollievo, amore, angoscia o tristezza. Un semplice gesto che comunica un chiaro stato interiore. Soltysik e Jelen avanzano l’ipotesi che funga anche da segnale sociale di sicurezza.

Il sospiro continuo

In situazioni particolari, non per forza patologiche, alcune persone possono avere una condizione persistente in cui c’è l’irrefrenabile bisogno di sospirare. Una “sindrome del sospiro” che nella maggioranza dei casi sembrerebbe essere scatenata da un evento traumatico o dalla presenza di ansia.

La nostra impressione è che questa condizione si stia espandendo coinvolgendo un gran numero di persone. Una possibile reazione di attivazione ad una situazione sociale incerta, per certi aspetti tesa e poco soddisfacente e caratterizzata da forti stimoli di stress che genera un’ansia “leggera” e persistente. 

Invece, le persone con forte ansia e disturbi da panico, di solito già soggette a alterazioni respiratorie, in genere mostrano un aumento ancor maggiore della frequenza del sospiro. In questi casi però, invece di regolarizzare la respirazione come avviene nella normalità, l’aumento della generazione dei sospiri può alterare ancor più la respirazione e aumentare lo stato di attivazione (iperarousal).

Per riassumere possiamo dire che il sospiro, oltre alle importanti funzioni ventilatorie, gioca un ruolo nel cambiamento dello stato cerebrale, nel controllo dell’eccitazione e nella regolazione omeostatica della variabilità della respirazione. Queste funzioni sono fondamentali per le attività quotidiane. Quando parliamo, svolgiamo un compito o dormiamo la respirazione richiede flessibilità e adattabilità continue, e il sospiro sembra essere critico nel mantenere una buona stabilità. In situazioni stressanti o minacciose, il sospiro diventa essenziale per indurre una risposta di lotta o fuga. In condizioni patologiche possono provocare ipossia e condurre ai disturbi di panico (Ramirez 2014).

Come utilizzare queste informazioni in modo pratico

Il modo in cui sospiriamo è un segnale. Eventuali alterazioni della frequenza, della qualità e degli effetti del sospiro ci indicano un qualche motivo a monte che crea disagio che vale la pena indagare. Anche se non si percepisce è molto probabile che ci sia una alterazione respiratoria alla base. Ad esempio una abitudine all’iperventilazione.

Se si fanno accertamenti medici potrebbe non emergere nulla di particolare. Questo non significa non avere niente. Significa solo non avere ciò che si è cercato.

Un approccio efficace è sempre globale. Come abbiamo scritto più volte i disagi respiratori hanno, solitamente, bisogno di un approccio globale per essere risolti. Abbiamo visto che il sospiro ha implicazioni su più livelli e coinvolge aspetti legati alla sopravvivenza, al mantenimento dell’omeostasi e alla regolazione del sistema nervoso. Anche in questo caso non ha per noi senso intervenire in modo diretto ed esclusivo sul respiro illudendosi di poterlo modificare intenzionalmente in modo duraturo. In molti casi gli esercizi respiratori hanno un effetto temporaneo.

E’ possibile utilizzare il sospiro come fosse una tecnica?

Ti dirò la verità. Sto aspettando con timore il momento in cui qualcuno strutturerà una tecnica, le darà un bel nome in stile “the sigh therapy” o “lo yoga del sospiro” e si lancerà nel mercato del benessere.

Scherzi a parte, è probabile che, nella migliore delle ipotesi, questo non sortisca nessun particolare effetto. Altra cosa è approfondire questo gesto all’interno di un percorso più ampio di recupero della salute.

Come risolvere? Un percorso appositamente studiato per eliminare questo disagio

Negli ultimi anni la richiesta di aiuto per questo particolare disagio è sicuramente aumentata. C’è chi ne soffre da poche settimane e chi ci contatta dopo anni. Il problema è che spesso nessun esame medico è in grado di dare risposte esaustive e, di conseguenze, chi ne soffre si ritrova a non sapere come affrontare il problema.

Chiara ci scrive: “Da vari mesi mi manca il respiro, ho un peso al petto e sono costretta a fare molti sospiri per cercare aria e non sempre mi riesce. Ho fatto visita pneumologica, visita cardiaca, visita endocrinologica, ecc. e tutto risulta normale. Non lo sopporto più. Non so cosa fare.”

Spieghiamo a Chiara come funziona il percorso di Rieducazione Respiratoria e accetta. Il percorso è basato sull’esecuzione di esercizi e movimenti che resettano le alterazioni respiratorie e creano una condizione per recuperare un buon respiro. La sua particolarità è che non è necessario sforzarsi di respirare in nessun modo. Agisce indirettamente e modifica la respirazione spontanea.

Ancor prima di terminare il percorso Chiara ci scrive: “Già dopo una settimana aver iniziato il peso al petto è sparito. Subito dopo sono spariti anche i sospiri continui e sento di respirare bene. Ho ripreso a fare attività fisica dopo anni che lo desideravo”.

Aggiunge anche: “e pensare che gli ultimi mesi sono stati tremendi. Ho aspettato che passasse da solo invano. A saperlo che bastavano poche settimana iniziavo prima.

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Bibliografia

W.F. Boron, E.L. Boulpaep. Fisiologia medica – 3 ed. Edra. 2018

Piero Salzarulo. Elogio del sospiro. Armando editore. 2012

Ramirez JM. The integrative role of the sigh in psychology, physiology, pathology, and neurobiology. Prog. Brain Res. 2014

Koch et al. Stable respiratory activity requires both P/Q-type and N-type voltagegated
channels. J. Neurosci. 2012

Soltysik S, Jelen P. In rats, sighs correlate with relief. Physiol. Behav. 2005

Sody AN, Kiderman A, Biton A, Furst A. Sigh syndrome: is it a sign of trouble? J. Fam. Pract. 2008

Abelson JL, Weg JG, Nesse RM, Curtis GC. Persistent respiratory irregularity in patients with panic disorder. Biol. Psychiatry. 2001

Freire RC, Nardi AE. Panic disorder and the respiratory system: clinical subtype and challenge tests. Rev. Bras. Psiquiatr. 2012