Chi ha un problema respiratorio rivolge attenzione spesso alla respirazione. Se poi tenta di correggerlo finisce per ritrovarsi a pensare continuamente al respiro e allontanarsi dalla soluzione. Vediamo cosa si può fare.
Indipendentemente dalla causa, chi ha un disagio respiratorio è ovviamente portato a porci attenzione. Nulla di strano. Se ho male ad una spalla durante la giornata me ne accorgerò ogni volta che muovo il braccio. E così ogni volta che manca il fiato o che si è costretti a tentare un respiro profondo o uno sbadiglio, ecco che l’attenzione va li. E poi a cascata altre spiacevoli sensazioni.
Succede a volte che chi ci contatta per un disagio respiratorio ci dica anche di aver provato ad esercitarsi con alcune tecniche di respiro e di aver avuto un beneficio iniziale ma che il problema permane.
Se l’origine del problema è, ad esempio, uno stato di tipo ansioso ovviamente indurre un maggior rilassamento stimolando il sistema nervoso attraverso la respirazione ha i suoi vantaggi. E’ una strategia che molti psicologi usano e all’interno di un percorso ha effettivamente molto senso. Non ci stancheremo mai di dire però che ha senso nel momento in cui viene utilizzato come strumento per una strategia più ampia. Di solito non può essere la soluzione unica e definitiva.
La trappola: pensare continuamente al respiro
Avendo avuto un beneficio iniziale, anche se lieve, è del tutto comprensibile che si pensi che quel modo di respirare sia migliore e si tenti di farlo ogni volta che si avverte la difficoltà.
Se sei tra quelli che invece non hanno nessun beneficio e magari avvertono un peggioramento leggi qui perché. Se no, prosegui pure.
Senza rendersene conto però c’è il rischio di ritrovarsi in un “eccesso di coscienza”, ovvero di porre ancor più l’attenzione al respiro, volerlo controllare e addirittura dare inizio a una vera e propria ossessione.
Si può facilmente intuire come questa non possa essere la condizione ideale per sentirsi meglio e respirare bene.
Imparare a respirare?
La respirazione spontanea non è addestrabile e deve poter funzionare bene senza bisogno del controllo cosciente.
Esattamente come pensare di stare dritti non ha mai funzionato a migliorare la postura spontanea. Anzi, nel momento in cui si tenta un raddrizzamento, il risultato è spesso goffo e riflette una nostra idea di postura corretta che solitamente è pure sbagliata. Che se ci poi pensi bene, la postura è dinamica e si adatta continuamente alla situazione.
E anche così per il respiro. Non esiste una respirazione corretta. Esistono tante respirazioni più o meno utili in varie circostanze. Ecco perché non ha senso imparare a respirare. Richiederebbe uno sforzo impossibile.
Cosa fare?
Pensare continuamente al respiro non è la soluzione. La respirazione spontanea risponde molto di più agli stimoli indiretti e questo è il principio base su cui si fonda l’intera strategia dei nostri percorsi.
Secondo noi, per recuperare un buon respiro, è necessario ripristinare l’intera funzionalità respiratoria, gli schemi naturali e la capacità di adattamento. In poche parole essere nella condizione di poter respirare bene in modo spontaneo.
Detta così può sembrare complicato, ma non è così. Basti pensare che i nostri programmi prevedono pochi minuti al giorno di esercizi (non respiratori) per un periodo limitato di tempo.
Se vuoi saperne di più contattaci. Puoi scriverci a info@laboratoriodelrespiro.it, chiamarci al 3923055363 o compilare il form qui sotto.