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Mancanza di respiro: cause e rimedi

La mancanza di respiro è una sensazione che può avere numerose cause e che ha numerose implicazioni. Spesso ha più fattori che la alimentano e necessità di essere affrontata da più punti di vista.

Si utilizza per descrivere situazioni molto diverse tra loro. Eccone alcune.

  • C’è chi la prova dopo piccoli sforzi (dispnea)
  • C’è chi si sveglia di notte all’improvviso sentendo di soffocare (asma, apnee notturne)
  • C’è chi la prova frequentemente durante la giornata anche a riposo (respiro incompleto)

Questa condizione porta a tentare di rimediare evitando lo sforzo, utilizzando una respirazione orale o tentando di fare respiri profondi, sospiri o sbadigli. Spesso queste strategie, seppur sensate nell’immediatezza, portano a peggiorare.

Sicuramente per trovare una soluzione è importante determinare l’origine del problema. E’ anche importante sapere che, una volta identificato il motivo principale, l’intensità del disagio che ne risulta è spesso la somma di più fattori. Facciamo alcuni esempi.

La mancanza di respiro nella BPCO

Se una persona ha la BPCO vuol dire che ha un limite oggettivo (una ostruzione) che non gli permette di respirare bene. L’intensità della mancanza di respiro è però il risultato di alcune variabili.

  • Stadio della malattia. Purtroppo molte volte la diagnosi avviene quando lo stadio è già avanzato.
  • Livello di sedentarietà. La mancanza di respiro per queste persone è talmente fastidiosa da portare al progressivo e veloce evitamento di tutte le attività. La dispnea poi subentra sempre prima.
  • Stato interiore. Situazioni di ansia e stress condizionano il respiro e determinano un aumento ancora maggiore dell’accumulo di anidride carbonica.
  • Volontà di modificare il respiro. In alcuni casi, il tentativo di sforzarsi ad una respirazione più profonda e più “di pancia” porta a maggior affaticamento e a peggiorare la situazione.

Oltre alla terapia medica è opportuno considerare il ricondizionamento fisico (vedi qui come) e la componente psicologica.

Non sentire più la dispnea e non doversi portare dietro la bombola di ossigeno ha permesso a molte persone di riprendere a uscire di casa.

La mancanza di respiro nell’asma

Chi ha l’asma può provare la mancanza di respiro dopo lo sforzo oppure durante le crisi quotidiane o notturne. Le crisi hanno come causa principale l’asma, non ci sono dubbi. Ma l’intensità e la frequenza possono essere influenzate da altri fattori.

  • E’ stato dimostrato che la qualità della giornata appena trascorsa influenza la gravità dei sintomi la notte stessa e il periodo successivo (una brutta giornata peggiora l’asma)
  • Quando una crisi lieve si avvia, se subentra la paura e si inizia a iperventilare ancora di più, questo va ad alimentare il processo
  • Esistono delle evidenze secondo le quali il modo in cui l’alimentazione aggrava o meno l’asma. Chi ha un buon apporto di frutta e verdura solitamente sta meglio.
  • Durante l’attività fisica, l’ambiente (es. aria fredda) o la qualità della fase di riscaldamento influiscono sulla reattività bronchiale.
  • Le abitudini respiratorie potrebbero influenzare la gravità della patologia.

Come vedi, se hai l’asma, oltre a modulare insieme al tuo medico la giusta terapia hai anche altre strategie per incrementare il tuo stato di salute.

Considerando alcuni o tutti questi fattori durante il percorso che proponiamo, molte persone con asma hanno migliorato la loro condizione e non sono più incorsi in crisi respiratorie.

La mancanza di respiro nelle apnee notturne (OSAS)

Le apnee notturne di solito si risolvono con l’utilizzo della CPAP, una macchina che pompa aria con una maschera. Ci sono persone che per vari motivi non possono o non vogliono usarla. Per migliorare può essere utile considerare anche altre soluzioni.

  • Il peso. Un peso maggiore influisce sulla quantità e la lunghezza delle apnee nel sonno. Se c’è sovrappeso, dimagrire è una delle strategie comunemente consigliate.
  • Livello di pervietà delle vie aeree. Esistono degli interventi chirurgici che sollevano i tessuti e allargano le vie aeree. Non è consigliato per tutti (lo può consigliare l’otorinolaringoiatra).
  • Posizione durante il sonno. La posizione che si assume per dormire influisce sulla larghezza delle vie aeree. Alcune tecniche consigliano di dormire sul fianco.
  • Tono muscolare. La pervietà delle vie aeree è compromessa da una lassità dei tessuti. Stiamo verificando che con opportuni esercizi motori è possibile migliorare questo aspetto e in alcuni casi la quantità di apnee è diminuita dormendo in qualsiasi posizione.

Mancanza di respiro a causa del “Respiro incompleto”

La sensazione di non riuscire a completare un respiro è molto comune in chi soffre di ansia. Alcuni dicono che il respiro si blocca e non entra più aria. E’ estremamente frustrante.

I disturbi del respiro spontaneo sono aggravati da:

  • costrizioni meccaniche come grasso addominale o indumenti stretti.
  • postura. Chi ha il peso prevalentemente in appoggio sui talloni e le ginocchia iperestese o rigide di solito sta peggio.
  • ossessione del respiro. Pensare sempre a come si respira è devastante. Purtroppo poi ci si sforza di respirare in modi completamente sbagliati o insensati.
  • livello dell’ansia. Ovviamente il modo in cui viviamo questa situazione determina il livello di gravità della stessa e del respiro.
  • situazioni stressanti concomitanti. Ogni stress che si aggiunge è un piccolo peso in più.

Come vedi i fattori e le variabili sono molte (e non le abbiamo nemmeno citate tutte). Per questo motivo abbiamo scelto di affrontare queste problematiche in modo sistemico mettendo in relazione gli aspetti medici, psicologici, fisioterapici e motori.

Alla fine come stiamo è sempre la somma di tutta la nostra vita.

Se hai mancanza di fiato e vuoi stare meglio scrivici a info@laboratoriodelrespiro.it o chiama il 3923055363.


Saremo lieti di darti tutte le informazioni che desideri.


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