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Imprare a respirare non si fa con la volontà

Pensare di dover “imparare a respirare” può portare a più problemi che soluzioni. Vediamo perché …

 

Prima di tutto chiariamo questo

La respirazione è una funzione vitale unica nel suo genere. E’ sia volontaria e sia spontanea. Questo purtroppo genera anche dei grandi malintesi e crea confusione nella risoluzione di alcuni problemi.

Quando nasciamo respiriamo. Istintivamente.

Anche nella pancia respiriamo già. Facciamo i cosiddetti movimenti respiratori fetali. Variamo frequenza, andiamo “in apnea”, sbadigliamo…

E tutto questo senza seguire nessun corso 🙂

Poi nasciamo e tutto è perfetto così com’è. Respiriamo come previsto dalla Natura.

Poi però iniziamo anche a confrontarci con un mondo nuovo. Un mondo esterno in cui cambia il modo di reagire agli stimoli, di apprendere e di adattarci. Ad esempio, ci sono 2 momenti importanti dello sviluppo respiratorio.

1- L’allattamento.

L’allattamento è un momento unico in cui la necessità di coordinare suzione, deglutizione e respirazione ci permette di sviluppare vie neurali e schemi di movimento.

Si sa che chi è allattato artificialmente è più propenso a sviluppare una respirazione orale. Questo perché il biberon non è adattabile come il capezzolo, è più rigido e permette un flusso di uscita maggiore del latte.

2 – Lo sviluppo motorio.

Il respiro non smette mai di regolarsi e si modifica anche durante tutto lo sviluppo motorio dei primi anni. La qualità degli stimoli determina conseguenze sui modelli di respiro.

Ad esempio, anticipare un bambino nel movimento favorisce rigidità, congelamento e apnee. Questo perché far assumere ad un bambino una posizione (ad esempio la posizione seduta) che ancora non ha raggiunto da solo lo mette di fronte ad una situazione a cui ancora non è preparato. Se stai pensando che se non si fa così allora il bambino non imparerà mai, questo non è corretto. E’ dimostrato che a determinate fasi dello sviluppo un bambino riesce autonomamente a fare determinati movimenti.

Imparare a respirare è prevalentemente un processo non cosciente

Il processo di regolazione degli schemi respiratori è un continuo rimodellamento di anni e che non finisce mai. Chi pensa che si impari a respirare con una tecnica forse non considera l’immenso processo – di centinaia di migliaia di ore – che sta dietro.

E’ successo che si iniziasse a pensare che la respirazione spontanea dovesse essere il risultato di un apprendimento cosciente attraverso la respirazione volontaria. Purtroppo però le due respirazioni seguono regole molto diverse.

Le tecniche di respirazione sono meravigliose e potenti. Tutte. Ma sono nate per utilizzare la respirazione come strumento. Uno strumento per elevazione spirituale, terapia e guarigione, prestazione.

Confondere la respirazione spontanea con quella volontaria crea delle grandi illusioni.

  • L’illusione di avere molto più controllo di quello che è possibile avere.
  • L’illusione di poter risolvere un problema senza affrontare il problema.

Non c’è nulla di male a voler usare la respirazione volontaria per controllare lo stato di coscienza (es. mi rilasso). Ma il controllo va dosato.

L’eccesso di controllo ha un prezzo alto da pagare. E questo prezzo si riversa tutto sul Sistema Nervoso come tensioni e ansia.

Quindi, rilassati pure. Non devi imparare la respirazione spontanea. Non devi continuamente interrogarti se stai respirando bene. Il respiro “sta bene” se il tuo Sistema Nervoso sta bene.

Sul percorso Respiro Libero, infatti, il lavoro per eliminare i sintomi respiratori si basa prevalentemente su azioni che modificano indirettamente la respirazione. Questo è uno dei motivi per cui funziona e non è necessario molto tempo.

Scopri di più qui.