BPCO – Broncopneumopatia cronico ostruttiva
Esiste un modo per diminuire la fatica e migliorare la qualità della vita
La Broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) è una malattia più diffusa di ciò che si pensa. Gli ultimi dati nazionali descrivono una frequenza che in genere supera i 6 casi per 100 abitanti (6% della popolazione adulta).
Limitando fortemente le normali attività quotidiane, la BPCO compromette seriamente la qualità della vita: quasi tre persone su quattro hanno difficoltà a compiere semplici gesti quotidiani. Non sono rare conseguenze sul piano psicologico, provocando spesso un sentimento di nullità, ansia o depressione.
La malattia determina una ridotta tolleranza allo sforzo, tendenzialmente questo porta all’evitamento dello stesso e si instaura un circolo vizioso di disabilità funzionale.
Insieme alla terapia farmacologica e alle tecniche di Riabilitazione Respiratoria anche l’esercizio fisico è un ottimo alleato per chi soffre di BPCO.
I sintomi della BPCO
I sintomi possono variare di giorno in giorno e possono precedere di molti anni lo sviluppo della limitazione al flusso aereo.
Dispnea. La dispnea è la causa principale di invalidità ed ansia legate alla malattia. E’ la sensazione di aumentato sforzo a respirare, di pesantezza, di “fame d’aria” o di respiro ansimante.
Tosse. La tosse cronica di solito è il primo sintomo che insorge. Inizia saltuariamente, ma in seguito si presenta quotidianamente.
Produzione di espettorato dopo gli accessi di tosse (periodi di riacutizzazione intervallati da periodi di remissione).
Respiro sibilante e costrizione toracica che possono variare in base ai giorni oppure nel corso della stessa giornata.
Altre caratteristiche della malattia grave sono: astenia, calo ponderale e anoressia.
Conseguenze psicologiche: ansia o depressione che determinano un aumento del rischio di riacutizzazioni e un peggiore stato di salute.
Con gli opportuni interventi è possibile ridurre la comparsa dei sintomi e/o rallentarne l’aumento.
Le conseguenze della BPCO sulla vita quotidiana non sono totalmente predeterminate
La conseguenza tipica della BPCO particolarmente invalidante è la progressiva diminuzione della tolleranza allo sforzo. Questo vuol dire affaticarsi sempre di più e gradualmente abbandonare un’attività dopo l’altra. Meno ci si muove e meno ci si mantiene in forze e così si avvia un circolo vizioso in cui il destino è l’immobilità.
E’ però importante precisare che la velocità e l’intensità di questo declino non sono totalmente predeterminate.
Non tutti i decorsi sono uguali e si ha il potere di intervenire su alcuni fattori.
Esiste infatti la possibilità di rallentare questo processo grazie a 3 strategie collegate tra loro.
Il medico ti aiuta a:
- assumere la giusta terapia farmacologica (che va poi assunta regolarmente)
- monitorare la situazione con controlli periodici
La Riabilitazione Respiratoria ti aiuta a:
- imparare a tossire ed espettorare in modo efficacie in modo da avere un polmone più pulito
- aumentare la forza della muscolatura respiratoria
La Rieducazione Respiratoria e l’attività fisica ti aiutano a:
- rendere il movimento più economico e diminuire la dispnea
- coordinare meglio la respirazione e posticipare l’affaticamento.
Un esempio di miglioramento nonostante la BPCO
Le abbiamo proposto il percorso di Rieducazione Respiratoria e attività fisica. Accettò anche se in modo molto scettico e un po’ rassegnato (ma per fortuna ancora non del tutto).
Grazie al ripristino di un buon movimento generale e di una respirazione migliore D. ha ottenuto
- riduzione della dispnea e della fatica sotto sforzo
- miglioramento della saturazione sotto sforzo e riduzione della necessità dell’utilizzo dell’ossigeno
- maggior serenità e motivazione
Con questi risultati ha ripreso a uscire di casa ogni giorno (senza ossigeno) e a programmare gite in montagna. Anche suo marito è molto contento.
Perché funziona? Non sprechi energie muovendoti male
Abbiamo detto che l’evitamento dello sforzo deriva dalla dispnea. In realtà deriva più che altro dalla brutta sensazione che dà la dispnea e dal non volerla sentire.
Questo punto è fondamentale. Infatti, se si propone un tipo di attività faticosa che innesca questa sensazione, è molto probabile che non si riesca a dare continuità, i risultati non arrivano e si può finire demotivati e rassegnati.
Per questo motivo il primo passo del nostro percorso è quello di diminuire la dispnea senza dover incorrere in questa sensazione.
Questo è possibile grazie al miglioramento della qualità del movimento. Se per fare un piano di scale normalmente si fa un determinato sforzo e grazie a questo metodo riduco l’impegno del 50% che cosa succede? Succede che si fa sempre lo stesso piano di scale, ma si sente meno fatica o, a volte, nemmeno la si sente più.
Questo succede perché si smette di sprecare energie per muoverci e respirare. Si recuperano da quelle che disperdiamo in movimenti più complicati e in tensioni muscolari. Eliminando queste interferenze ci si muove con meno fatica.
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